A poco più di due mesi dall’apertura dell’Emporio Solidale della Caritas si possono già registrare quasi una cinquantina di nuclei familiari che lo frequentano settimanalmente.
Inaugurato alla presenza del Vescovo di Novara, Mons. Brambilla, l’Emporio è una delle ultime opere della Caritas diocesana a servizio dei poveri della città.
Che cosa è l’Emporio solidale? È un’ iniziativa ideata per produrre un cambiamento nelle strategie di aiuto alle persone e ai nuclei familiari che sono cadute recentemente nella condizione di impoverimento. Più semplicemente si può pensare ad un “supermercato” dove si accede senza denaro ma con una tessera a punti: In effetti è un sistema di sostegno economico ma anche di accompagnamento nel ritrovare energie e risorse “per ripartire” verso una vita di valorizzazione delle proprie capacità umane e professionali.
A chi è indirizzato, dunque? L’Emporio è pensato quindi per chi è caduto nella cosiddetta “povertà grigia”, ossia per le persone che si sono impoverite per ragioni diverse (malattia, perdita del lavoro di un membro della famiglia, separazione…) che tuttavia hanno qualche possibilità di ripartire con un accompagnamento umano di sostegno e di stimolo nel rivedere il proprio stile di vita e/o nel rientrare nella sfera lavorativa e relazionale.
Il funzionamento dell’Emporio è molto semplice. I Centri d’Ascolto (ve ne sono 14 in città), vere antenne di bisogni e di povertà esistenti sul territorio, segnalano i casi alla direzione dell’Emporio che si preoccupa di contattare i soggetti in questione fissando per loro un colloquio iniziale e attivando la pratica di “adozione (documenti, fotografia, certificato ISEE e tessera magnetica).
Le persone o le famiglie “adottate” potranno accedere nei giorni di apertura e fare la spesa utilizzando la tessera magnetica, seguendo una prassi ormai consolidata: verifica del saldo punti all’ingresso; prelevamento dei prodotti disponibili tra generi alimentari, prodotti per l’igiene personale e della casa; passaggio alla cassa. Ad ogni utilizzo, verranno cancellati dalla tessera i punti che corrispondono all’importo, ovvero al prezzo reale dei singoli beni prelevati.
“La prima impressione che ho notato sul volto delle persone che sono venute al mostro market – così ci confida Enrico Baraggioni, il direttore dell’Emporio – era quella di ‘timore’, spaesati per essere arrivati in un posto che non sapevano come funzionasse. Poi, grazie alla collaborazione di tutti i volontari, hanno preso confidenza con l’ambiente, con i vincoli sulle quantità da poter prelevare, con quella strana unità di misura “pane e pesci”.
L’Emporio, realizzato secondo le vigenti norme igienico-sanitarie, occupa una superficie di circa 400mq e ha annesso dei locali che vengono utilizzati come magazzino di stoccaggio delle merci.
“Certamente, in queste prime settimane, continua il direttore, abbiamo avuto a che fare con la messa a punto del sistema operativo, affinchè i vari parametri connessi al funzionamento automatico, diventassero familiari agli operatori. Inoltre, la mancanza di ‘storia’ sulle abitudini delle persone, ha frenato sia la scelta delle referenze da porre sugli scaffali che la loro quantità.”
Come in tutti i contesti la partenza è sempre difficoltosa e comunque da registrare al meglio e chiediamo ancora al direttore, che ha le idee chiare, quali sono le aspettative e i punti critici della iniziativa: “Sicuramente tarare al meglio l’assortimento dei prodotti: poi riuscire a costituire un pool di “fornitori amici” a cui fare riferimento per avere ‘merce’ a costi vantaggiosi. Inoltre, vorremmo inserire i prodotti cosiddetti ’freschi’ (formaggi, frutta e verdura) che necessitano di apparecchiature ad hoc (bilance, frigo per la conservazione in magazzino, banchi- frigo per la vendita, etc.). Ed infine qualche volontario in più che possa essere di aiuto e permetta di collaborare tutti e meglio”, in modo che l’Emporio sia davvero un punto di riferimento per una ripartenza efficace e dignitosa.